Villa Biancadina

Villa Biancadina con il suo parco verde rappresenta il primo grande vuoto al limitare della città, che si incontra salendo dal Castello del Buonconsiglio verso le colline di Trento.
L’edificio principale compare nel 1813 in una Mappa Napoleonica e storicamente costituiva il baricentro di un grande parco cintato, che si articola su terrazzamenti con elementi come scale, sedute, porticati e archi, che rendono chiara la natura iniziale di parco fortemente artificializzato e disegnato. L’originario rapporto tra la villa ed il suo parco, il grande vuoto circostante, è stato nel tempo indebolito da numerosi altri volumi, che in maniera incoerente hanno da un lato intaccato la forma e la solitudine della villa, dall’altro hanno compromesso la conformazione aperta e libera del parco.

L’ipotesi progettuale vuole dunque riorganizzare la volumetria esistente cercando di riportare alla luce il rapporto duale tra parco e villa storica.
I terrazzamenti in pietra, insieme ai leggeri pergolati dal disegno semplice ma rigoroso, sono gli elementi superstiti del parco che vengono reinterpretati nel progetto in modo tale da rendere i nuovi edifici elementi dello spazio aperto.
Le nuove architetture si comportano quindi come terrazzamenti abitati (generati dall’avvilupparsi di setti che sono in continuità con le pareti che sostengono il suolo e il muro esistente perimetrale) e in parte come telai leggeri che definiscono spazi per l’abitare, terrazze coperte e pergolati.
Anche il sistema degli accessi e la realizzazione dei parcheggi in posizione prevalentemente interrata sono pensati per liberare spazi, consentire un’elevata qualità residenziale e aumentare il più possibile le superfici verdi: in questo modo il parco rimane tale e la villa ritorna l’unico volume a sviluppo verticale dell’area, riconquistando il ruolo di baricentro dello spazio aperto.

With its green park, Villa Biancadina is the first void at the outskirts of the city, which can be found near the Buonconsiglio Castle, in the hilly area of Trento.
The main building appears in a 1813 Napoleonic map and historically represented the centre of an extensive enclosed park, articulated with terraces. The vertical connections, such as stairs, porches, and arches, reveal the initial nature of a highly artificial environment. 
The original relationship between the villa and its park has been damaged by the extrusion of other surrounding volumes that were able to denaturalize the original status of the Villa. Moreover, they highly sabotaged the character of the nearby park area. 
The design hypothesis aims at the decongestion of the existent volumetry, trying to bring back the original Villa and park relationship. 
Together with its rigorous light pergolas, the stone terracing is kept as powerful surviving elements of the park. However, they have been reinterpreted with a new purpose in the newly designed environment. 
Therefore, the new architectures act as inhabited terraces which are generated by the conglomeration of the retaining walls and the existing perimetral ones. On top of that, the extrusion of light frames, defines the living space with loggias. 
The access and parking system have been designed to be buried, leading to a high quality of the visual space, that is majorly occupied by the greenery. In this way, the park still holds its character, and the Villa represents the only extruded vertical volume, dominating over the area. 

Date:

2017 - ongoing

Client:

Private

Role:

Architects: Mirko Franzoso, Mauro Marinelli Collaborators: Carlotta Oberosler, Isabella Dagostin, Tiziano Deromedi

Tags:

Landscape / Paesaggio