Giotto e la fragilità

La questione della fragilità della costruzione architettonica appare in molte opere di Giotto (1267-1337). Negli affreschi selezionati della Cappella degli Scrovegni a Padova, e in quelli della Basilica di Assisi, Giotto dipinge piccole strutture in legno costruite dalla giustapposizione di elementi sottili, incollati e uniti in modo misurato e accuratamente precario. Questi piccoli rifugi possono essere considerati un manifesto inconscio e precoce della fragilità. Definiscono spazi modesti e la loro coerenza rivela, tuttavia, una grande attenzione costruttiva che emerge nelle articolazioni e nei supporti, dove la funzione di ciascun pezzo è esplicita, sufficiente e costruttivamente necessaria.
Le proporzioni degli elementi rendono questi edifici architettonici quasi impossibili da costruire e inadatti a ottenere una sostanza fisica che vada oltre la loro semplice rappresentazione. Le soluzioni progettuali che Giotto descrive sono così ben concepite che sembrano quasi impossibili, sebbene probabilmente iperrealistiche. Ciò è del tutto in linea con l'atteggiamento tipico che i dipinti di Giotto rivelano, non solo per fare appello all'immaginazione tattile, tanto quanto fanno gli oggetti reali - specialmente le figure umane - ma lo fanno molto di più, con l'inevitabile conseguenza della trasmissione di un senso della realtà e della vita con la popolazione contemporanea, molto più diretta degli oggetti reali.
Le opere architettoniche di Giotto sono qui ridisegnate secondo i codici dell'architettura, attraverso la libera interpretazione e lontano da ogni desiderio filologico o storico. Ciò è stato realizzato utilizzando gli strumenti classici e codificati dell'architettura - i ritiri nelle proiezioni ortogonali - tracciando un percorso di scoperta caratterizzato da un carattere quasi anatomico e tentando un approccio all'essenza poetica della loro immagine rappresentata.
Passando attraverso le rappresentazioni di Giotto, i disegni mostrano quattro piccole architetture che riassumono diversi approcci costruttivi al dettaglio dell'angolo. Per mezzo di un processo di astrazione e semplificazione spaziale, questi oggetti diventano strumenti, progettati egoisticamente per investigare la fragilità come tema architettonico nelle sue forme espressive. Così Giotto diventa un semplice pretesto e i suoi edifici architettonici in legno conquistano, per così dire, la loro autonomia.

The issue of the fragility of the architectural construction appears in many works of Giotto (1267-1337). In the selected frescoes of the Scrovegni Chapel in Padua, and in those of the Basilica of Assisi, Giotto paints small wooden structures built from the juxtaposition of elements that are slender, stuck and jointed in a measured and carefully precarious manner. These small shelters can be considered as an unconscious and early manifesto of fragility. They define modest spaces and their consistence reveals, nevertheless, a great constructive attention that emerges in the joints and supports, where the function of each piece is explicit, sufficient and constructively necessary.
The proportions of the elements make these architectural buildings nearly impossible to build and unsuitable to gain a physical substance that goes beyond their simple representation. The design solutions that Giotto pictures, are so well conceived, that they almost seem impossible, although probably hyper-realistic. This is entirely in line with the typical attitude that Giotto's paintings reveal, to not only appeal to the tactile imagination, as much as real objects do – especially human figures – but in fact do it much more, with the inevitable consequence of transmitting a sense of reality and life similarity to the contemporary population, much more direct than the actual objects.
Giotto's architectural works are here redesigned according to the codes of architecture, through free interpretation and far from any philological or historical desire. This was accomplished by using the classical and encoded instruments
of architecture -drawings in orthogonal projections- tracing a path of discovery distinguished by an almost anatomical character, and attempting an approach to the poetic essence of their image represented.
Passing through Giotto’s representations, the drawings show four small architectures that summarize different constructive approaches to the detail of the corner. By means of a process of abstraction and spatial simplification, these objects become tools, selfishly designed to investigate the fragility as an architectural theme in its expressive forms. Thus Giotto becomes a mere pretext, and his wooden and rock architectural buildings conquer, as it were, their own autonomy.